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Quel pericoloso divario tra reale e percepito:

aspetti criminologici e vittimologici nelle questioni ambientali


Francesca Scomparin


A partire dalle definizioni di green criminology e green victimology verranno delineate le preoccupanti

condizioni in cui il nostro pianeta versa, sottolineando i rischi che stiamo correndo. Nonostante gli

scenari futuri non siano per nulla rassicuranti, i governanti di tutto il mondo continuano a non

considerare in maniera seria la questione ambientale. Sebbene il primo decreto ambientale risalga a

molti secoli fa nell’antica Grecia, come siamo potuti giungere ad un così preoccupante livello di

deturpazione del nostro pianeta?

Complici delle mancate consapevolezze del danno e del reato nelle questioni ambientali sono anche i

mezzi di comunicazione di massa che, con le loro notizie, distorgono la percezione dei cittadini dando

una falsa rappresentazione della realtà, come dimostrano i recenti dati in merito alla criminalità in

Italia e in Europa.

E ancora, che ruolo può ricoprire lo psicologo forense nel caso in cui sia chiamato come esperto in un

processo per reato ambientale? Come mai è necessario che il professionista, che si accinge a una

valutazione del danno abbia competenze sia di carattere psicologico che giuridico?

È tempo che la criminologia si interessi della vittima ad ampio raggio in contesti in cui, pur violando i

diritti umani, il reato non è riconosciuto e di conseguenza neppure lo status di vittima nei confronti di

chi, tuttavia, un danno lo ha subito.

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