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Il minore che ritratta la denuncia, alcune riflessioni

Fiorini T.

Pistolesi V.

Lamarra V.

Pezzuolo S.


L’intervento che presenteremo intende offrire una riflessione in merito ai reati di abuso di mezzi di correzione (art.571 c.p.) e maltrattamenti familiari (art. 572 c.p.) alla luce di un numero di situazioni trattate di recente sia come Perite del

Tribunale, sia come Consulenti Tecnici di Parte (della difesa o della persona offesa), in cui il minore “vittima e testimone del reato”, ha poi ritrattato le accuse inizialmente mosse.

Partendo da una riflessione epistemologica della definizione dei suddetti reati, l’intervento evidenzierà alcuni elementi critici relativi alla declinazione psicologica degli stessi. La caratteristica di essere reati a condotta libera, infatti, richiede che di volta in volta si valuti non solo gli elementi riconducibili alle condotte di violenza fisica, ma anche quelli riconducibili a soprusi psicologici più difficilmente riscontrabili con valutazioni terze univoche, poiché in questo secondo caso, la variabile psicologica (soggettiva) gioca un ruolo decisivo anche se non sempre facilmente riscontrabile in modo oggettivo, nell’integrare la fattispecie del reato.

Ciò che l’intervento vuole evidenziare, in ultima analisi, è l’importanza di approfondire la possibile esistenza di scollamento tra quello che è il mondo giovanile sempre più vissuto su un piano virtuale e le modalità con cui la giustizia affronta queste denunce.

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