top of page

“UN DIRITTO...MESSO DI TRAVERSO"

Riflessioni sul potere autoreferenziale del linguaggio giuridico per un recupero della dimensione umana del Diritto


Salvatore Cosentino


Osservazioni sparse di Salvatore Cosentino, Sostituto procuratore generale presso la Corte di appello di Lecce e docente universitario, su quanto il diritto, pur a servizio DELL'uomo, sia in realtà tanto lontano DALL’uomo, e per vari motivi. Uno di questi è certamente il linguaggio utilizzato dai giuristi. Un linguaggio spesso contorto, barocco, pieno di figure retoriche, ricco di un lessico artefatto.

Sovente si sostiene che gli articoli recitano… e recitare è proprio il verbo che si usa per chi finge o per chi non ci vuole dire tutta la verità…

L’esagerata ricercatezza del linguaggio giuridico nasconde, invero, certamente il desiderio di perpetuare un potere, giacchè il potere si attua e si mantiene anche, e soprattutto, attraverso il linguaggio. Un linguaggio oscuro e artefatto che genera, a sua volta, storture, paradossi, non-diritto.

Il lavoro del giurista virtuoso deve, invece, mirare ad avvicinare il mondo del diritto alla società civile, spesso lontana e sfiduciata nei suoi confronti. Perché la legalità si attua non solo con codici e manette, ma attraverso l’educazione al gusto e al ‘bello’. Oggi il giurista, oltre che un tecnico del diritto, deve essere soprattutto un umanista.


bottom of page