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Sex offenders con disturbo pedofolico: possibile alternativa alla pena

Anna Canton



Quando si parla di sex offender con Disturbo Pedofilico diagnosticato, l’ambito scientifico e l’ambito giuridico non vanno nella stessa direzione. Ad oggi, in Italia il sex offender con Disturbo Pedofilico viene classificato nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder tra i soggetti con Disturbi Parafilici, non viene considerato, però, infermo mentalmente in ambito giuridico, poiché la sua capacità di intendere e di volere non viene considerata scemata al momento del fatto.

Essendo, a tutti gli effetti, ritenuto imputabile, al soggetto spetterà una pena e mai una misura di sicurezza, la quale sarebbe prevista solo a seguito della valutazione della sua pericolosità sociale, valutazione che si esegue solo dopo un esito di non imputabilità.

Pensando alla situazione delle carceri e all’inadeguatezza di quest’ultime a fornire adeguati sostegni psicologici e psicoterapeutici, non vi è la certezza di garantire a soggetti con tale disturbo le basi per poter avviare un percorso di cura che li garantisca un rientro in società adeguato, sia per sé stessi, sia per la sicurezza sociale. Attraverso una misura di sicurezza si darebbe la possibilità a chi soffre di questo disturbo di poter raggiungere, almeno in parte, un certo controllo dei propri impulsi.

Un’alternativa, alla misura di sicurezza, sarebbe quella di attuare un trattamento cognitivo-comportamentale all’interno dell’ambiente carcerario, trattamento individuato come il più idoneo all’interno di questi contesti.


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