La violenza domestica: dinamiche individuali, relazionali e socioculturali
Cafaro Valentina
Oggi viene riconosciuta l’importanza dell’ambiente nello sviluppo della violenza e gli approcci sistemici descrivono le cause del comportamento abusante nelle relazioni traumatiche precoci.
Gli stereotipi di genere influenzano la lettura della violenza domestica e da ciò ne consegue: attitudine meno punitiva verso la violenza invisibile (es: psicologica, economica), colpevolizzazione della vittima, sottovalutazione della violenza verso gli uomini, ecc.
La letteratura scientifica sottolinea come il fenomeno sia considerato spesso solo come violenza unidirezionale (uomo violento, donna vittima) quando accade spesso che gli abusi siano reciproci. Gli stereotipi di genere ostacolano il riconoscimento di vittime maschili che, pertanto, non chiedono aiuto. Il fenomeno è più complesso di quanto considerato dalla letteratura “di genere”. È perciò necessario passare dalla “prospettiva di genere” alla “prospettiva di violenza” (Felson, 2002). La seconda amplia il campo di studio e di azione permettendo di considerare una violenza domestica multisfaccettata, includendo i casi di abuso reciproco. Vittima e carnefice sono ruoli spesso interscambiabili in un circolo vizioso che si autoalimenta. Gli stereotipi influenzano l’opinione pubblica e l’applicazione della normativa che presenta dei limiti rispetto alla prevenzione ed alla formazione delle forze di polizia.
Il fenomeno deve essere riconosciuto nella sua complessità per prevenire, reprimere e riabilitare. Riconoscere i casi di violenza reciproca permetterebbe un intervento riabilitativo di coppia; in questi casi il pregiudizio che esiste un solo abusante nella relazione risulta disfunzionale. Si dovrebbero considerare le dinamiche relazionali sottostanti ed i fattori di rischio individuali, familiari ed ontologici.
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