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La Strage di Erba. L’inidoneità di Mario Frigerio a rendere testimonianza

Elisa Busato


Mario Frigerio, unico sopravvissuto alla “Strage di Erba”, ascoltato dal Pubblico Ministero il 15 dicembre 2006 ha descritto un aggressore sconosciuto con fattezze fisiche diverse da quelle di Olindo Romano. A oltre un anno di distanza, a dibattimento ha identificato il vicino di casa e Rosa Bazzi quale co-autrice della strage.

Un gruppo di esperti ha esaminato le dichiarazioni di Mario Frigerio dal un punto di vista scientifico, concludendo per la sua inidoneità a rendere testimonianza. Tale giudizio si è basato sia sulle sue condizioni cliniche sia sulle modalità di intervista investigativa attuate sul testimone. È emerso, come elemento di prova nuovo, che Mario Frigerio aveva infatti riportato una cerebrolesione: di questa vi è evidenza nei referti clinici. La diretta conseguenza è che Frigerio aveva sviluppato deficit cognitivi tardivi come effetto dell’intossicazione da monossido di carbonio, il cui principale è

l’amnesia anterograda. La presenza di tali deficit cognitivi è dimostrata dalle trascrizioni delle intercettazioni ambientali nella stanza d’ospedale di Mario Frigerio, mai effettuate in precedenza.

Su queste condizioni cliniche si sono innestate modalità d’intervista che la comunità scientifica giudica errate poiché contenenti centinaia di interventi suggestivi, idonei ad alterare la memoria. Il risultato è stato la creazione di una falsa memoria circa Olindo Romano quale aggressore e la compromissione dell’idoneità di Mario Frigerio a rendere testimonianza.

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