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Il reato di maltrattamenti familiari (572 c.p.) e l’utilizzo del modello clinico di Johnson:

applicazioni forensi


Umberto Battaglia

Francesca Casalino


Gli autori del presente intervento intendono offrire una prospettiva clinica per la valutazione del fenomeno della violenza

di coppia. La violenza intima di coppia è una specifica tipologia di violenza domestica nella quale un membro della coppia

mette in atto degli atti violenti nei confronti del partner, essa può avere diverse forme; fisica, verbale, psicologica, economica e sessuale.

L’inquadramento corretto delle varie tipologie di violenza tra partner è importante e presenta delle ricadute applicative in molteplici ambiti: forense, clinico-criminologico, preventivo. Al fine di condurre una valutazione clinico-forense appropriata torna utile adottare il modello sviluppato da Michael P. Johnson. Tale modello identifica quattro categorie di violenza intima di coppia sulla base della tipologia degli agiti violenti, delle motivazioni degli offender e del contesto sociale e culturale di riferimento. Inoltre tale modello trova un applicazione coerente con l’articolo 572 c.p..

Il presupposto è che per operare una buona diagnosi differenziale si debba analizzare la frequenza e la direzione dei comportamenti di controllo messi in atto dai due membri della coppia.

Gli autori del presente intervento vogliono illustrare l’applicazione di tale modello nell'ambito del procedimento penale per i reati ascrivibili all’articolo 572 c.p. sia in ambito di consulenza tecnica difensiva, che in ambito di consulenza tecnica per la parte civile. Il modello di Johnson è utile in ambito difensivo per aiutare l’autorità giudiziaria a verificare se sono presenti tutte le caratteristiche che configurano il reato di maltrattamento familiare.

Potrebbe inoltre trovare applicazione anche in sede di indagine della procura per valutare correttamente il capo di imputazione nella richiesta di rinvio a giudizio.

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