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False Credenze e Convinzioni sulla Amnesia Dissociativa tra Professionisti Legali del Belgio

Ivan Mangiulli


Il DSM 5 (APA, 2013) definisce l'amnesia dissociativa come l'incapacità di ricordare importanti informazioni autobiografiche, solitamente di natura traumatica, che 1) dovrebbero essere immagazzinate con successo in memoria e 2) normalmente verrebbero ricordate. Tuttavia, molte controversie ruotano attorno al concetto di amnesia dissociativa (molto simile a quello di "memoria repressa"), rendendolo uno degli argomenti più dibattuto in ambito accademico, clinico e legale. Questo perché, nonostante alcuni sostengano come l’amnesia dissociativa sia una condizione naturale e comune agli individui, ampiamente riscontrata nelle vittime di traumi (Brown, 2006; Dalenberg et al., 2012), altri ricercatori ritengono che la sua eziologia ed entità sembrerebbe, ad oggi, non essere fondata su meccanismi scientificamente provati (Mangiulli et al., 2022; McNally, 2003; Otgaar et al., 2019; Pope, 2006). Inoltre, le credenze riguardo l’esistenza dell'amnesia dissociativa sembrano essere fortemente radicate nella società moderna, soprattutto tra professionisti clinici (Patihis et al., 2014) e la popolazione generale (Mangiulli et al., 2021).

Nel presente lavoro di ricerca, abbiamo esaminato il coinvolgimento personale e le convinzioni che giudici, pubblici ministeri e avvocati del Belgio hanno in merito all’amnesia dissociativa. In una survey online che ha coinvolto 78 professionisti legali, abbia rilevato come

la metà dei partecipanti è stata personalmente coinvolta in casi di amnesia dissociativa almeno una volta nel corso della propria carriera (50,0%; n = 39), riscontrando un incremento di casi dal 2011 a oggi. Inoltre, la maggior parte dei partecipanti si è trovata in accordo con nozioni di dubbia scientificità come “La memoria è in grado di bloccare inconsciamente i ricordi di eventi traumatici” [84.3% (n = 43)] o “I ricordi di eventi traumatici, come gli abusi, possono rimanere inaccessibili per molti anni in attesa di essere recuperati” [72.6% (n = 37)]. I risultati ottenuti in questo lavoro ci informano su quanto le convinzioni e credenze pseudoscientifiche in merito all’amnesia dissociativa siano molto diffuse anche tra professionisti in ambito legale. Tali convinzioni possono avere conseguenze drammatiche se sostenute in tribunale. L'uso di un termine così controverso nella vita quotidiana potrebbe infatti indurre le persone con una storia di trauma a credere che i loro ricordi traumatici siano atipici e a presentarsi con una testimonianza che potrebbe non riflettere la realtà (ad esempio, memoria recuperata di abuso sessuale), portando così ad errori giudiziari (Otgaar et al., 2019).

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