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Buona prassi di educazione non formale: un progetto per il reinserimento sociale dei minori detenuti

Irere Petruccelli

Roberta Arrighi

Simona Grilli

Luciano Lucania

Antonio Maria Pagano

Dalina Jashari


Negli ultimi decenni le istituzioni dell'Unione Europea (UE) hanno palesato interesse e convogliato risorse per la messa a punto di politiche e interventi sempre più funzionali all’interno del sistema della giustizia minorile in un’ottica di migliore reinserimento sociale del minore autore di reato.

La logica di tali politiche e raccomandazioni è alla base del progetto N.O.I.S.E. (Non fOrmal Innovative tools to foster life Skills of juvenilE prisoners), finanziato dalla UE per scambiare e produrre buone prassi per il sostegno dei giovani autori di reato nel processo di responsabilizzazione, impedendo loro di sganciarsi in tutto o in parte dal “contratto sociale”, nonché per aiutarli a sviluppare attitudini, abilità e conoscenze per un sano reinserimento sociale.

Il progetto prevede come ente capofila la Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria (SIMSPe) e quattro paesi europei partner (Italia, Grecia, Cirpo e Lituania) chiamati a produrre una fotografia della situazione dei minori detenuti in ogni paese, laddove in molti casi è stato osservato che la situazione al termine della pena rischia di sfuggire a qualsiasi protocollo e/o processo di coaching, portando i giovani a riprodurre rapidamente i reati verso una "carriera di recidiva”.

Dopo la prima fase di analisi dei bisogni, in tutti i paesi partner, l'intervento successivo si è focalizzato sullo scambio di buone prassi nel campo dello sviluppo delle competenze per la vita dei giovani autori di reato e quindi la messa a punto di un Toolkit da proporre per tutti gli operatori e i professionisti che lavorano con questo specifico ambito.

In questo poster verranno esposti i contenuti pratici di questo scambio di buone prassi di educazione non formale e le relative tecniche e metodologie utili per la formazione del personale che opera nel trattamento e nella prevenzione della recidiva con i minori autori di reato detenuti.

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